Segesta, insediamento dell’antichissimo popolo degli Elimi, è oggi uno dei centri archeologici più importanti e suggestivi della Sicilia dove si trovano gli esempi di architettura dorica meglio conservati. L’antica città è situata nella parte nord-occidentale della Sicilia e sorge sul monte Bàrbaro, nel comune di Calatafimi Segesta, a una decina di chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo. La data della fondazione non è conosciuta, ma da documenti risulta che la città era abitata nel IV secolo a.c. e che i profughi troiani, attraversando il Mar Mediterraneo, giunsero fino in Sicilia, e fondarono Segesta, chiamata Aegesta, ed Erice. Questi profughi presero il nome di Elimi.
Di particolare bellezza sono il tempio e il teatro. Il tempio fu eretto nel 430 a.C., e fino ad oggi, mantiene quasi completamente intatte le 36 colonne, in magnifico calcare di una tinta dorata e prive di scanalature. Nel XVIII secolo il tempio fu oggetto di un primo restauro da parte dell’architetto Chenchi. Fu visitato da Goethe e divenne una delle mete del Grand Tour e una della cause della riscoperta dell’architettura greca e del dorico che fu alle radici del neoclassicismo. Il teatro, invece, è in stile dorico, ed è in parte scavato nella roccia della collina. Edificato nel III sec. a.C. in periodo ellenistico, ma sotto la dominazione romana, è costituito da un perfetto e vasto emiciclo di 63 m di diametro sistemato su un pendio roccioso, i gradini sono orientati verso le colline dietro le quali, sulla destra, si intravede il Golfo di Castellammare. La zona superiore è semidistrutta, e assai poco rimane anche della scena, che secondo gli studiosi sarebbe stata decorata da colonne e pilastri. A seguito di una attenta opera di restauro, oggi il teatro viene utilizzato in estate per la rappresentazione delle grandi tragedie e commedie che avvincevano gli Antichi.