Mozia è situata sull’isola di San Pantaleo, nello Stagnone di Marsala. L’isola si trova di fronte alla costa occidentale della Sicilia, tra l’Isola Grande e la terraferma, ed appartiene alla Fondazione Whitaker che, nel 1875, condusse degli scavi dai quali furono ricavati numerosi reperti archeologici, oggi conservati nel museo dell’isola. Mozia fu probabilmente interessata dalle esplorazioni dei mercanti-navigatori fenici, che si spinsero nel Mar Mediterraneo occidentale, a partire dalla fine del XII secolo a.C. e dovette rappresentare un punto d’approdo ed una base commerciale. Il nome di Motya, probabilmente dato dagli stessi Fenici, significherebbe filanda e sarebbe collegato alla presenza di stabilimenti per la lavorazione della lana. Nel 397 a.c. Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa, assedia la città e pone fine alla sua esistenza. Gli abitanti si rifugiano sulla terraferma nella colonia di Lilibeo, l’attuale Marsala. L’isola ritorna in vita solo dopo gli scavi del nobile inglese Giuseppe Whitaker. Oggi, si possono visitare gli scavi grazie ad un sentiero, la necropoli, il tophet (un santuario a cielo aperto), il Cothon (un piccolo bacino artificiale di forma rettangolare collegato al mare aperto da un canale), la casa delle anfore e il museo.